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Negli anni 90 e nei primi anni 2000, i cellulari presero piede in tutto il mondo, ognuno ne aveva uno e non esistevano gli Smartphone. Un’epoca particolare ma molto affascinante si affacciava al futuro, tra sms, suonerie personalizzate e i primi cellulari a colori.
Si viveva con le ricariche telefoniche delle varie Tim, Omnitel, Blu e Wind. Non esistevano i contratti ed era molto frequente avere sul telefono un credito che spesso rasentava lo zero. Così per quello nacque la moda degli squilli.
Lo squillo, l’ultimo simbolo di una generazione di romantici aveva il solo scopo di far capire alla persona che lo riceveva, che in quel preciso momento la stavi pensando.

Lo squillo, l’ultimo simbolo di una generazione di romantici

Lo stesso squillo fatto a un genitore era invece sinonimo di : “A Pà non c’ho una lira richiamami!” Ma a noi piace concentrarci sul primo significato degli squilli. Apparentemente una Caz**ta lo squillo raccoglieva in sé una natura estremamente dolce e romantica. Ancor di più oggi, in un mondo che è incentrato solo su followers sconosciuti e apparenza, si apprezza il valore di quel gesto ormai estinto.
Oggi le persone non comunicano più e forse non hanno neanche più niente da dirsi, visto che hanno la mente troppo impegnata a creare engagement sul proprio profilo. Si è persa l’attenzione per gli altri e si pensa solo a sé stessi. Esistono profili fatti solo da Selfie in tutte le salse, pensateci. Cosa mai potrà dimostrare un mondo del genere? Se una persona è così impegnata a vivere per fotografarsi non potrà mai dare attenzione agli altri.

Nokia 3310

Per chi come noi ha avuto la fortuna di vivere quegli anni il senso di uno squillo è facilmente capibile, per chi invece non sa di cosa stiamo parlando probabilmente suona incomprensibile. Sembrerà come una stupidaggine da adolescenti, ma forse non lo era affatto, visto dove siamo finiti.
Così ci piace pensare che lo squillo sia l’ultimo simbolo di una generazione di romantici che forse sarebbe meglio chiamare: gli ultimi romantici.

Di Staff

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